la Dimora del Tempo sospeso

Enzo Campi
Giorgio Bonacini

Fin dal titolo (e sappiamo che i titoli in poesia non sono dei semplici dati indicativi) questo poema di Enzo Campi sviluppa con estrema coerenza, il suo percorso dentro il fare di una lingua che cerca in sé l’esperienza significante. Uno scavo interno perché fuori dalla parola poetica “la moria dei referenti” non può che ricondurre necessariamente alla fonte sorgiva del legame tra la parola e il dire. Là dove il vero si consegna in metafore e i significanti raggiungono grumi o nebulose di significati e segni. È da qui che il senso scaturisce in voce intima: a volte allusiva, a volte decisiva. In poesia il percorso che i testi ci indicano non è quasi mai lineare, e tanto più in quest’opera che, respirando su se stessa annoda distanza e vicinanza, così che può essere compresa (in una delle sue molteplici comprensioni) anche partendo…

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