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Alessandra Pigliaru, Collana Ulteriora Mirari, Edizioni Smasher, Enzo Campi, La giostra della lingua il suolo d'algebra, Letteratura Necessaria, Marina Pizzi, Poesia
Le parole, scriveva Bachelard ne La poetica dello spazio, sono piccole case, con cantina e soffitta. Mentre il senso comune che consente l’astrazione abita al piano rialzato, la ricerca etimologica sta sotto; il gesto della discesa significa poeticamente avere il coraggio di osservare quella cantina perché è in essa che si scoprono tesori introvabili. Quella cantina ce la figureremmo dunque come un grembo prolifico di parole verticali a costruire la carne e il sangue della poesia, figliolanze accennate ma ardenti che la nuova silloge di Marina Pizzi ci restituisce con desiderio. I centoventi quadri che compongono il prezioso volumetto sono confessioni del ladrocinio all’io. Un io minimale e affatto conciliante, smarcato dal fragore sordo e privato della propria mitomania, che si impone senza prostrazione sulla struttura del reale. In quello sguardo reclinato verso il disastro Pizzi concede al circostante di apparire in tutta la sua rapinosa nevrosi. La semantica dissidente è deflagrante commistione simbolica. La giostra della vita il suolo d’algebra assume in tal modo la distanza del rimosso riemerso e restituito in contrappunto, senza digiuno di speranza. Continua a leggere